Welfare aziendale tra etica e competitività

Incontro tra INAPP e Brunello Cucinelli

20.04.2017 - Impresa, etica, competitività, su questi temi si è aperto “In Agenda” il ciclo di incontri con i protagonisti e le protagoniste del mondo del lavoro, delle istituzioni e della società organizzato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. Il primo appuntamento, tenutosi il 19 aprile, ha visto il confronto tra Stefano Sacchi presidente dell’Inapp e Brunello Cucinelli imprenditore dell’omonima casa di moda. Da una parte i dati frutto delle ricerche dell’Istituto e dall’altra la testimonianza di chi opera tutti i giorni in azienda, in un confronto utile ad avvicinare teoria e prassi sui temi del mondo del lavoro. Lo spunto per il dibattito è stato offerto dagli esiti di uno studio Inapp sul tema del Welfare aziendale che ha interessato un campione di 30mila aziende rappresentative di tutte le imprese italiane del settore privato extra agricolo. Secondo l’indagine, infatti, nonostante un lieve aumento a livello nazionale, la percentuale di aziende con almeno 5 dipendenti che erogano e/o finanziano servizi di welfare ai propri dipendenti (formazione, spese sanitarie, sostegno alle famiglie, piani pensionistici, asili nido e maternità) si ferma al 3,5%, raggiungendo il 24% quando si parla di realtà produttive di grandi dimensioni ossia con più di 250 dipendenti. Nello specifico, le linee di welfare aziendale si concentrano per il 26,5% su misure economiche a sostegno delle famiglie, per il 18,9% su asili nido, a seguire per il 10,4% sui piani pensionistici e spese sanitarie (7,5%) e infine per il 36,7% su altri servizi. Anche sul fronte della contrattazione integrativa, gli interventi di welfare sono relativamente marginali infatti riguardano solo il 6% delle voci stabilite negli accordi a fronte dell’11% per previdenza complementare e sanitaria e il 75% per il salario accessorio. “Questi dati dimostrano che in Italia si investe ancora troppo poco in quelle politiche per il welfare che generano crescita – ha affermato Sacchi – di contro emerge che le imprese che adottano misure di welfare aziendale hanno migliori indici di redditività, competitività, fanno più innovazione e investimenti e maggiore fatturato sui mercati esteri. Proprio come Cucinelli” A queste riflessioni ha risposto l’imprenditore umbro famoso per la sua visione etica dell’azienda affermando che “genialità e creatività sul posto di lavoro nascono lì dove si rispetta la dignità e il valore dell’uomo” e ha proseguito ribadendo che “è necessario fare un passo indietro verso il modello del giusto profitto e delle umane risorse. Per lavorare bene ci vuole lo stipendio ma anche altre cose: condizioni di lavoro eque, sostegno alle famiglie e dignità”