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La Giornata della Trasparenza 2017, svolta in Inapp, è stata un’importante occasione di confronto e dibattito tra rappresentanti istituzionali ed esperti su un tema estremamente attuale ma spesso poco conosciuto. Ha aperto e moderato i lavori il Direttore Generale dell’INAPP, Paola Nicastro che, anche in qualità di Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, ha illustrato le azioni messe in atto in INAPP sia per la trasparenza che per la prevenzione della corruzione, evidenziando come si sia intervenuto su più fronti, dalla rotazione degli incarichi dirigenziali, alla formazione del personale, all'informatizzazione dei processi e delle procedure, secondo quanto previsto nel relativo Piano triennale dell’Istituto. Il Direttore ha poi ampliato il panorama della discussione, evidenziando l’importanza di andare oltre le procedure burocratiche che finora hanno assorbito troppo il lavoro delle amministrazioni facendo in qualche modo perdere di vista l’obiettivo prioritario di questa importante normativa, quello di favorire la conoscenza delle azioni amministrative e garantire ai cittadini l’accesso ad un bene pubblico. E l’importanza di “sburocratizzare” gli adempimenti è stata sottolineata anche dal Prof. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, che ha spiegato come il concetto di trasparenza si sia evoluto dagli anni Novanta del secolo scorso ad oggi, passando dal semplice “diritto all'accesso” al concetto dell’accessibilità totale, estendendo gli obblighi di pubblicità degli atti amministrativi e ampliando la platea di soggetti coinvolti nella trasparenza. La normativa, quindi, ha consentito di aumentare progressivamente la possibilità di partecipazione del cittadino e ha favorito un controllo diffuso del potere pubblico. Ed è proprio questa ampiezza che rende limitativo il rapporto che si è stabilito negli ultimi anni tra la tutela della “trasparenza” e il pur importante concetto di “prevenzione della corruzione”. Recenti indagini statistiche dimostrano, per altro, che in Italia c’è una forte discrepanza tra la corruzione reale e quella percepita dai cittadini. Tale convinzione si fonda sull’intreccio tra due circoli antitetici, uno virtuoso e uno vizioso. Tanto più infatti lo Stato lotta contro la corruzione, tanto più se ne percepisce l'esistenza in quanto il fenomeno è più visibile ed aumenta la sensazione di avere un potere pubblico corrotto. Ma proprio basandosi sui dati reali che collocano l’Italia al livello di paesi europei come la Francia, che ci si rende conto quanto sia limitativo basare la trasparenza soprattutto in relazione alla corruzione, perché si fa l'errore di viziare il diritto di coloro che sono i beneficiari della norma, che vuole principalmente accrescere le libertà individuali e restituire un bene pubblico al cittadino. Il vero problema su cui va focalizzata l'attenzione riguarda semmai le modalità di comunicazione perchè fornire troppi dati equivale di fatto non informare e a rendere quindi il potere più opaco.
La giornata è proseguita con gli interventi del Segretario Generale del Ministero del Lavoro, Dott. Paolo Onelli, che ha sottolineato l’interesse a che i diversi soggetti che a vario titolo si occupano di settori socialmente molto rilevanti, come sono il lavoro e il welfare, convergano verso azioni comuni, del Direttore dell’Ufficio per la valutazione delle performance, il Cons. Marco De Giorgi che ha illustrato il quadro normativo in materia di performance e il Prof. Fabio Beltram, del Consiglio Direttivo dell’ ANVUR, che ha presentato le novità contenute nel recente decreto 218/2017 con il quale si sono estese ad un set di Istituti di ricerca non vigilati dal MIUR, tra cui lo stesso INAPP, le procedure di valutazione della ricerca. L’evento è stata occasione per presentare anche il nuovo OIV monocratico dell’Istituto, recentemente insediato con il Prof. Matteo Turri.
Ha concluso la giornata il Presidente INAPP, Stefano Sacchi che, dopo aver tracciato un bilancio di questo primo anno di attività e vita di INAPP, ha indicato alcune delle principali linee di azione future, che tenderanno ad affermare ulteriormente l’autorevolezza e la credibilità dell’Istituto nel campo della ricerca policy-oriented. "A fronte dell'autonomia che viene ad INAPP come ente pubblico di ricerca a seguito del decreto legislativo 218 del 2016 – ha affermato il Presidente – occorre dare conto dell'uso che facciamo delle risorse pubbliche per raggiungere i nostri fini istituzionali. Con l'autonomia da noi fortemente cercata viene la responsabilità di dare conto, l'accountability". A tal fine l'INAPP nel 2018 collaborerà con Anvur, Ministero, OIV per avviare processi di valutazione della propria attività. “Intendiamo sottoporre a valutazione la nostra attività – ha affermato il Presidente – attraverso procedure di valutazione esterna secondo criteri condivisi di peer review. Se gli strumenti per farlo sono relativamente consolidati per le attività di ricerca più propriamente scientifica, lo sono meno per le attività di ricerca che seguendo le linee guida dell'Anvur verranno classificate come istituzionali o di terza missione, e che costituiscono il core business dell'Istituto. Occorrerà ragionare con Anvur su appropriati indicatori di impatto sul policy making e di restituzione alla comunità guardando, ad esempio, a quelli adottati per la valutazione dei think tank o delle grandi fondazioni americane che svolgono attività di ricerca policy-oriented". "Il 2018 - ha concluso - è l’anno dell’avvio delle procedure di valutazione della nostra attività: perché ci crediamo e perché vogliamo verificarne l’efficacia e l'appropriatezza. Dare conto dell'utilità della nostra attività di ricerca e dell'impatto sulla comunità delle risorse pubbliche destinate al nostro Istituto, è la base per accrescerne e consolidarne la reputazione, il bene più prezioso per tutte le lavoratrici e i lavoratori che ne fanno parte”.