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Il programma di stabilità per il periodo 2013-2017, adottato dal governo italiano il 10 aprile 2013 e approvato dal Parlamento il 7 maggio, prevede un leggero calo del disavanzo, che dovrebbe scendere al 2,9% del PIL nel 2013 e ridursi all’1,8% del PIL nel 2014. Nell’ipotesi di politiche invariate, secondo le previsioni di primavera 2013 dei servizi della Commissione, il disavanzo dovrebbe attestarsi al 2,9% del PIL nel 2013 e al 2,5% nel 2014. Sia il programma di stabilità che le previsioni di primavera tengono conto degli effetti del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, che prevede il pagamento dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni nei confronti dei fornitori privati, per un importo totale di 40 miliardi di EUR (pari circa il 2,5% del PIL) nel 2013-2014. Benché tale importo si traduca in un equivalente aumento del debito pubblico, l’effetto sul disavanzo si limita alla parte che riguarda la spesa in conto capitale. Secondo il decreto-legge, questi pagamenti rappresentano lo 0,5% del PIL nel 2013, con un aumento equivalente del disavanzo. Il decreto-legge prevede anche una clausola di salvaguardia che autorizza il governo a ritardare il pagamento dei debiti commerciali che determini un aumento del disavanzo o l’adozione di altre misure correttive, al fine di garantire il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio per il 2013. Il Parlamento italiano ha formalmente approvato il 7 maggio gli obiettivi di bilancio presentati nel programma di stabilità per il 2013. Il 17 maggio, ossia dopo le previsioni di primavera, il nuovo governo ha emanato una dichiarazione formale per confermare tali impegni e annunciare l’adozione di nuove misure nel pieno rispetto degli obiettivi di bilancio fissati nel programma di stabilità. Il decreto-legge n. 54, adottato alla stessa data, stabilisce le nuove misure Poichè a giudizio del Consiglio il disavanzo eccessivo in Italia è stato corretto, si ritiene opportuno abrogare la decisione 2010/286/UE.
Il programma di stabilità per il periodo 2013-2017, adottato dal governo italiano il 10 aprile 2013 e approvato dal Parlamento il 7 maggio, prevede un leggero calo del disavanzo, che dovrebbe scendere al 2,9% del PIL nel 2013 e ridursi all’1,8% del PIL nel 2014. Nell’ipotesi di politiche invariate, secondo le previsioni di primavera 2013 dei servizi della Commissione, il disavanzo dovrebbe attestarsi al 2,9% del PIL nel 2013 e al 2,5% nel 2014. Sia il programma di stabilità che le previsioni di primavera tengono conto degli effetti del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, che prevede il pagamento dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni nei confronti dei fornitori privati, per un importo totale di 40 miliardi di EUR (pari circa il 2,5% del PIL) nel 2013-2014. Benché tale importo si traduca in un equivalente aumento del debito pubblico, l’effetto sul disavanzo si limita alla parte che riguarda la spesa in conto capitale. Secondo il decreto-legge, questi pagamenti rappresentano lo 0,5% del PIL nel 2013, con un aumento equivalente del disavanzo. Il decreto-legge prevede anche una clausola di salvaguardia che autorizza il governo a ritardare il pagamento dei debiti commerciali che determini un aumento del disavanzo o l’adozione di altre misure correttive, al fine di garantire il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio per il 2013. Il Parlamento italiano ha formalmente approvato il 7 maggio gli obiettivi di bilancio presentati nel programma di stabilità per il 2013. Il 17 maggio, ossia dopo le previsioni di primavera, il nuovo governo ha emanato una dichiarazione formale per confermare tali impegni e annunciare l’adozione di nuove misure nel pieno rispetto degli obiettivi di bilancio fissati nel programma di stabilità. Il decreto-legge n. 54, adottato alla stessa data, stabilisce le nuove misure Poichè a giudizio del Consiglio il disavanzo eccessivo in Italia è stato corretto, si ritiene opportuno abrogare la decisione 2010/286/UE.