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Il decreto-legge n. 76/2013 - c.d. "pacchetto lavoro" - dispone interventi urgenti per il rilancio dell'occupazione. Il provvedimento si sviluppa su 5 assi: l'accelerazione della creazione di posti a tempo determinato e indeterminato con particolare riferimento ai giovani e ai disoccupati; l'anticipo della "garanzia giovani", in linea con l'iniziativa europea che partirà da gennaio 2014; gli interventi in materia previdenziale e di politica sociale finalizzati ad una maggiore coesione sociale; il miglioramento di alcuni aspetti della Legge 92/2012 soprattutto per ciò che riguarda gli intrvalli di interruzione tra più contratti a tempo determinato; il rafforzamento delle tutele per i lavoratori e le imprese. Il "pacchetto lavoro" prevede risorse pari a 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 di cui 500 milioni per il Mezzogiorno e 294 milioni per il centro-nord per incentivare l'assunzione di giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che presentino almeno una delle seguenti condizioni: senza impiego da 6 mesi; privi di un diploma di scuola media superiore; lavoratori che vivono soli o con una o più persone a carico. L'incentivo per le imprese è pari a un terzo della retribuzione lorda impnibile ai fini previdenziali per i primi 18 mesi di assunzione a tempo indeterminato e non puù superare i 650 euro al mese per lavoratore. Per la trasformazione di un contratto in essere da tempo determinato a indeterminato il beneficio ha la durata di 12 mesi. Alla trasformazione deve comunque corrispondere un'ulteriore assunzione del lavoratore. Il decreto interviene anche in materia di apprendistato. In particolare, per valorizzare questo canale di accesso al mercato del lavoro è prevista - entro il 30 settembre 2013 - l'adozione di linee-guida in Conferenza Stato-Regioni per disciplinare l'apprendistato professionalizzante. Vengono altresì stanziate risorse per favorire i tirocini formativi. Parte di esse sono destinate alle amministrazioni prive di risorse proprie a copertura dell'indennità da corrispondere al tirocinante così come previsto dall.art. 1, comma 34 della Legge 92/2012. Altre risorse sono invece volte a sostenere un programma di tirocini per la generazione NEET che risiede nel Mezzogiorno. Viene inoltre istituita presso il Ministero del lavoro un'apposita struttura di missione (alla quale partecipa anche l'Isfol) per l'avvio della "Garanzia Giovani". Le altre misure per la lotta alla povertà e per sostenere la coesione sociale nel Mezzogiorno prevedono 80 milioni di eruro per l'autoimpiego e l'autoimprenditorialità; ulteriori 80 milioni di rifinanziamento del Piano di Azione Coesione per il coinvolgimento dei giovani in progetti di valorizzazione di beni pubblici e per l'inclusione sociale; 167 milioni di euro per il programma "Promozione dell'inclusione sociale" per sostenere le famiglie in difficoltà. Infine, ulteriori disposizioni del presente decreto apportano modifiche alla Legge Fornero di riforma del mercato del lavoro con l'obiettivo di chiarire alcune tipologie contrattuali, rafforzare le tutele per il lavoratore e migliorare la trasparenza del mercato del lavoro.
Il decreto-legge n. 76/2013 - c.d. "pacchetto lavoro" - dispone interventi urgenti per il rilancio dell'occupazione. Il provvedimento si sviluppa su 5 assi: l'accelerazione della creazione di posti a tempo determinato e indeterminato con particolare riferimento ai giovani e ai disoccupati; l'anticipo della "garanzia giovani", in linea con l'iniziativa europea che partirà da gennaio 2014; gli interventi in materia previdenziale e di politica sociale finalizzati ad una maggiore coesione sociale; il miglioramento di alcuni aspetti della Legge 92/2012 soprattutto per ciò che riguarda gli intrvalli di interruzione tra più contratti a tempo determinato; il rafforzamento delle tutele per i lavoratori e le imprese. Il "pacchetto lavoro" prevede risorse pari a 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 di cui 500 milioni per il Mezzogiorno e 294 milioni per il centro-nord per incentivare l'assunzione di giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che presentino almeno una delle seguenti condizioni: senza impiego da 6 mesi; privi di un diploma di scuola media superiore; lavoratori che vivono soli o con una o più persone a carico. L'incentivo per le imprese è pari a un terzo della retribuzione lorda impnibile ai fini previdenziali per i primi 18 mesi di assunzione a tempo indeterminato e non puù superare i 650 euro al mese per lavoratore. Per la trasformazione di un contratto in essere da tempo determinato a indeterminato il beneficio ha la durata di 12 mesi. Alla trasformazione deve comunque corrispondere un'ulteriore assunzione del lavoratore. Il decreto interviene anche in materia di apprendistato. In particolare, per valorizzare questo canale di accesso al mercato del lavoro è prevista - entro il 30 settembre 2013 - l'adozione di linee-guida in Conferenza Stato-Regioni per disciplinare l'apprendistato professionalizzante. Vengono altresì stanziate risorse per favorire i tirocini formativi. Parte di esse sono destinate alle amministrazioni prive di risorse proprie a copertura dell'indennità da corrispondere al tirocinante così come previsto dall.art. 1, comma 34 della Legge 92/2012. Altre risorse sono invece volte a sostenere un programma di tirocini per la generazione NEET che risiede nel Mezzogiorno. Viene inoltre istituita presso il Ministero del lavoro un'apposita struttura di missione (alla quale partecipa anche l'Isfol) per l'avvio della "Garanzia Giovani". Le altre misure per la lotta alla povertà e per sostenere la coesione sociale nel Mezzogiorno prevedono 80 milioni di eruro per l'autoimpiego e l'autoimprenditorialità; ulteriori 80 milioni di rifinanziamento del Piano di Azione Coesione per il coinvolgimento dei giovani in progetti di valorizzazione di beni pubblici e per l'inclusione sociale; 167 milioni di euro per il programma "Promozione dell'inclusione sociale" per sostenere le famiglie in difficoltà. Infine, ulteriori disposizioni del presente decreto apportano modifiche alla Legge Fornero di riforma del mercato del lavoro con l'obiettivo di chiarire alcune tipologie contrattuali, rafforzare le tutele per il lavoratore e migliorare la trasparenza del mercato del lavoro.